ORGANIZZAZIONI CREATIVE? SI, SE UMANISTE
Le definizioni di organizzazioni creative sono tante quante gli studiosi che se ne sono occupati. Qual è il contributo che il coaching umanistico può offrire al riguardo? Innanzitutto, uno sguardo da umanisti, perché la creatività individuale e collettiva non è buona in sé ma dipende dai significati e scopi che la muovono e dalla sua capacità di generare idee, processi, prodotti per migliorare la vita. Da umanisti assumiamo la creatività non solo come facoltà umana legata all’ingegno e all’innovazione. Le facoltà umane sono in sé neutre, il valore morale si attribuisce per il contributo che possono dare a realizzare il Bene. Possiamo trovare facoltà creative messe al servizio di organizzazioni e ideologie distruttive ma i lori prodotti ci ripugnano; è il potere della creatività messo al servizio del bene comune che suscita la nostra ammirazione. Mi piace pensare alla creatività come incedere virtuoso di individui e organizzazioni che scelgono la costruzione del bene – individuale, relazionale e collettivo – prendendosi cura di idee e proposte che innovano e migliorano la vita.
Il mondo delle potenzialità umane: la creatività per il Coaching Umanistico
Per il coaching umanistico le potenzialità sono valori sentimentali che realizzano ambizioni, ispirazioni e promuovono l’autorealizzazione e l’eccellenza. Queste straordinarie qualità umane hanno una natura relazionale. Messe in atto intercettano la dimensione del “noi” poiché l’appagamento e la felicità che producono si danno sul piano del soggetto che le mette in campo, di coloro che ne beneficiano e della relazione fra tutti i protagonisti. La potenzialità della creatività si esprime cogliendo rapporti inediti tra le cose o le idee, per migliorare la vita.
La creatività non è solo strategia utile nelle sue applicazioni pratiche ma è un modo per dettare il passo alle idee, ai prodotti, alle scelte individuali e collettive. È un’attitudine squisitamente umana che, per esprimersi, va scelta e coltivata; utilizzare la potenzialità della creatività migliora la vita perché la rende più attraente, coinvolgente e degna di essere vissuta ed amata.
Se pensiamo alla creatività come qualità di un sistema collettivo ci domandiamo attraverso quali caratteristiche un’organizzazione possa definirsi creativa in modo umanistico. È parziale l’idea che la creatività sia un processo che realizza necessariamente cambiamento e rinnovamento. La creatività può entrare in gioco anche quando tutto va bene, per prendersi cura di ciò che funziona, per preservare e tutelare. L’ingegno che si muove per migliorare la vita sa quando bisogna andare oltre e quando serve conservare e difendere, poiché la creatività permette di farlo senza soccombere davanti alle complessità, presidiando lo spazio della libertà di scelta che è sempre possibile per gli esseri umani. Non ci può bastare la creatività organizzativa messa al servizio di prodotti e processi innovativi, vogliamo anche che crei benessere e dia un contributo al mondo per renderlo migliore.
Fare scuola sul trabocco
In ottobre ho letto una notizia che portava il titolo: “Fare di necessità virtù ai tempi del Covid: bambini a scuola sul trabocco”. A Vasto hanno scelto di fare scuola sulle antiche macchine da pesca: i trabocchi. L’iniziativa è il risultato della collaborazione tra il Consorzio Vivere Vasto Marina, con il progetto InSabbiaMenti, le scuole, il Comune e altre realtà del territorio. Questa è creatività messa al servizio del miglioramento della vita perché ha significato, nello stesso tempo, difendere la possibilità di fare scuola insieme senza pericolo di contagio e innovare dimostrando che si può fare ciò che si è sempre fatto – lezione in classe- in modo nuovo, migliorando.
Provo ad immaginare su quali aspetti è intervenuto il miglioramento e quale valore hanno avuto le relazioni costruttive tra tutti i soggetti coinvolti. Cos’è migliorato?
- sicuramente l’ambiente/classe: guardare il mare e non delle pareti imbiancate;
- il significato del lavoro per chi ha promosso e realizzato l’idea: dirigente scolastico, insegnanti, i promotori turistici e commerciali che l’hanno sostenuta;
- le relazioni: pensiamo agli insegnanti e bambini più felici insieme;
- i processi interni alla scuola: immaginiamo dirigente e corpo docenti che insieme si confrontano, dibattono, osservano le opportunità del loro contesto, recuperano conoscenze e alleanze, per arrivare all’intuizione come risultato di tutto questo lavoro fatto insieme: spostiamo la scuola sul trabocco;
- miglioramento delle alleanze sul territorio: scuola, Comune e operatori commerciali che si unisono in modo inedito;
- innovazione nei processi di apprendimento: attraverso la possibilità di far vivere e trasmettere agli studenti il valore della creatività come processo per migliorare la vita.
Cosa possiamo imparare rispetto alle organizzazioni creative?
La creativa ha accompagnato l’intero processo perché ha messo al centro: il valore della relazione educativa da salvaguardare e promuove al di là dell’emergenza in corso, un approccio alla soluzione dei problemi che ha intrecciato creatività e apertura mentale, permettendo di guardare al contesto come ad un’opportunità con cui interagire in modo nuovo, un processo relazionale e di alleanza che ha reso possibile l’idea.
L’emergenza ha messo in atto il processo ma la risposta è andata ben al di là del trovare una soluzione al problema: ha stupito, meravigliato e portato la scelta della scuola di Vasto alla ribalta della cronaca. La notizia del modello Vasto ha avuto risonanza anche attraverso Tv e testate giornalistiche negli Stati Uniti, Belgio, Finlandia, Germania.
Ora se leggiamo questa storia come espressione della cultura organizzativa rintracciamo la natura delle organizzazioni creative e umaniste come quelle che si sforzano di dare senso e anima al loro operare, dove i talenti possono fiorire e le vocazioni possono essere onorate, dove il sapere diventa esplicito e produce valore e dove la qualità delle relazioni crea miglioramento e innovazione.
La cultura organizzativa matrice della creatività
Il progetto di Vasto ha coinvolto diverse Scuole del territorio, gli studenti hanno potuto fare lezione in spiaggia e sui trabocchi. La notizia del trabocco è collegata alla Scuola Cattolica Madonna dell’Asilo. Nel loro sito ritroviamo la loro Vision e ci facciamo un’idea della loro cultura.
Il bambino è al centro: ciascun bambino è persona rispettata, valorizzata ed amata;
la relazione educativa promuove la crescita e la formazione integrale del bambino;
i percorsi educativi – dinamici e stimolanti – guidano i bambini all’acquisizione delle competenze e alla scoperta di nuove conoscenze;
la scuola dedica cura e attenzione alla preparazione degli spazi e alla gestione del tempo scuola, promuove il benessere emotivo, relazionale ed affettivo del bambino.
In aggiunta a queste notizie sulla Scuola Madonna dell’Asilo, ricaviamo elementi della cultura organizzativa degli altri soggetti coinvolti e del territorio. Una cultura caratterizzata dalla capacità di far sistema, che valorizza il confronto e la cooperazione tra tutti i soggetti, che favorisce relazioni costruttive che si impegnano nel creare soluzioni per migliorare la vita e che non hanno scelto il ripiegamento difronte alle difficoltà ma la creazione di una palestra d’allenamento della creatività.
La fioritura del pensiero creativo e la possibilità che questo pensiero produca innovazione, miglioramento e benessere chiama in causa la relazione tra il potenziale creativo delle persone, le loro motivazioni e la cultura organizzativa e verifica le caratteristiche di questa relazione.
Un’organizzazione ha un suo carattere e la cultura lo descrive. La cultura organizzativa è un aspetto meno visibile ma determinante per conoscere le organizzazioni. La cultura esprime le credenze, i valori, l’umore che si respira; orienta i comportamenti degli individui, influisce sulle scelte e le decisioni quotidiane, determina la qualità delle relazioni. È la cultura, più dell’organizzazione formale, a dettare il ritmo, influenzare la vita dell’intera organizzazione e quella degli individui che ne fanno parte.
La motivazione è una spinta energetica che si alimenta di significati e ha bisogno di scopi che li realizzano. La motivazione intrinseca che sostiene la scelta di adottare un processo creativo si dà quando il soggetto dentro l’organizzazione si riconosce nella sua Vision e comprende come il suo lavoro può contribuire a realizzarla. Non solo, la motivazione deve essere sostenuta da una cultura organizzativa che costruisce condizioni di libertà di scelta per i propri membri, possiede un’architettura delle relazioni che permette riconoscimento, sostegno, confronto ed infine favorisce il miglioramento delle conoscenze e capacità dei singoli.
La Vision di un‘organizzazione deve indicare in modo chiaro e coinvolgente dove l’organizzazione sta andando, quale contributo intende dare al mondo, quali valori la muovono, a quali aspirazioni ambisce. Una Vision deve essere chiara e coinvolgente e rendere i componenti dell’organizzazione orgogliosi di farne parte, motivati a realizzarne gli scopi. Ma anche le persone che lavorano per vocazione finiscono per perdere la motivazione se la cultura organizzativa si muove senza anima realizzando ambienti di lavoro inospitali.
Sviliamo il potere della creatività organizzativa se la consideriamo solo funzionale al miglioramento dell’efficienza o al superamento delle difficoltà. La creatività è una facoltà umana, appartiene ad ognuno di noi in embrione, ha bisogno di essere scelta come modalità per muoversi nel mondo, rendendo libero un pensiero che vuole uscire dagli schemi per avventurarsi in campi nuovi, ma per mettere in campo idee e processi creativi gli esseri umani hanno bisogno di motivi che rendono nobile il loro impegno.
L’esperienza di Vasto ci insegna che i processi creativi che realizzano risultati ammirevoli e promuovono benessere, soddisfazione e orgoglio in chi li realizza, si determinano quando la creatività si mette al servizio del bene comune.
Coach e componente della Direzione Scientifica della Scuola di Coaching Umanistico
m.alini@ilcoachingumanistico.com
Workout
Alleniamo la creatività organizzativa con un criterio umanista. L’esercizio permette di utilizzare la creatività attraverso la sua capacità di creare miglioramento per la maggior parte dei soggetti coinvolti. Scopri il workout a pag. 22 di Omega, n.5
Bibliografia
Stanchieri, Scopri le tue potenzialità, 2018, Franco Angeli.
Stanchieri, Come vincere lo stress sul lavoro, 2015, Newton Compton Editori
Stanchieri, Non c’è problema! 2016, Bur Rizzoli
Wendy M. Williams and Lana T. Yang, “Organizational Creativity”