Appunti di preparazione per il corso di Teen & Family Coaching
La coscienza, ispirata dall’intenzione di felicità, allena la cura di sé come la potenzialità-madre, quella che permette a tutte le altre di esprimersi. Poiché ogni giovane è diverso dall’altro, i metodi di allenamento saranno diversi, ma le infrastrutture dove si elaborano possono essere comuni. Per la cura di sé indirizzata a una vita felice abbiamo bisogno di laboratori scientifici, ginnasi di atletica e giardini di socializzazione e di condivisione.
Nel laboratorio si elaborano i programmi di vita e si verifica la loro efficacia. Ci sono tre tipi di programmi: fondamentale, transitorio e di fase.
Il programma fondamentale imposta la vita nel mondo, le fondamenta della propria identità e della relazione con gli altri, gli assi della propria opera. Al cuore del programma ci sono i valori sentimentali che si scelgono come guide della propria vita. Al programma corrispondono le scelte strategiche e le immaginazioni futuristiche. E’ il sogno di una vita felice e i valori in cui credo.
Il programma transitorio cerca di costruire un ponte fra lo stato in cui sono e lo stato in cui voglio
arrivare: l’inizio di una vita autenticamente felice. E’ il modo con cui voglio vivere l’adolescenza per prepararmi a essere autonomo e sereno. Il programma transitorio è ispirato e dettato dal programma fondamentale. Grazie al programma transitorio imposto il metodo di studio, i miei allenamenti, la cura delle amicizie.
Esiste infine un programma di fase, come quando da adolescente decido di non studiare fino a gennaio per riparare tutto a partire dal secondo quadrimestre, o quando, finalmente, decido di rilassarmi programmando la mia estate nel campeggio in Sardegna.
Il laboratorio dunque è il luogo/tempo dove la coscienza accumula dati, elaborazioni, creazioni programmatiche e dove avviene la verifica scientifica e sentimentale dell’efficacia del programma in termini di felicità. Creo, penso e verifico. E dopo la verifica, creo di nuovo. Qui infatti tornano i vissuti per essere analizzati. Il vissuto è ciò che penso e che provo e conoscersi significa porre attenzione ai propri vissuti.
Il ginnasio è il luogo/tempo dell’allenamento, dove sviluppo le mie abilità e metto in atto il mio programma. Ogni contesto di vita è un allenamento, spesso sotto la fantastica forma del gioco. L’allenamento è un insieme di esercizi. L’esercizio è ogni azione ripetuta nel tempo mediante la quale chi agisce cambia sé stesso in vista dell’azione successiva. E’ un esercizio spirituale perché coinvolge il corpo, la psiche e la cultura. La differenza fra un giovane e l’altro dipende dalla qualità degli esercizi e dall’approccio allenante. A seconda del programma, ci possono essere esercizi di elevazione, di miglioramento, di adattamento, di superamento, di addormentamento, di banalizzazione.
Non è possibile non esercitarsi a vivere. Anche essere un cattivo studente va appreso. Così come disprezzarsi, come trascurare le proprie potenzialità, impedirsi di essere felice, evitare e sottrarsi alle opportunità necessitano di azioni costanti. Chi abbandona la scuola in nome del divertimento lo fa alla fine di una serie infinita di esercizi di disimpegno. Esiste una ginnastica della volontà come della forza del carattere. La vita è esercizio e un essere umano si esercita continuamente. Ogni esercizio ha la caratteristica di modificare le qualità di chi si esercita. Ogni azione si ripercuote su chi agisce, ogni studio su chi studia, ogni comunicazione su chi comunica, ogni pensiero su chi pensa e ogni sentimento su chi sente. L’esercizio è positivo nella misura in cui eleva verso una felicità possibile e sostenibile, è negativo quando ce ne allontana. Dall’esercizio si formano le abitudini e per cambiare abitudini dobbiamo modificare gli esercizi. L’abitudine si vince con un’altra abitudine. Se il giovane impara a dirigere e praticare esercizi virtuosi può scoprire che le sue piccole forze umane possono ottenere l’incredibile e l’improbabile se moltiplicate dal lungo tragitto dell’allenamento.
Il giardino è lo spazio/tempo della socializzazione rilassata e dell’impegno relazionale. Questo è il regno del piacere immediato, del divertimento, ma anche del confronto, del dialogo, della riflessione in comune. Il giardino è soprattutto luogo di incontro, conoscenza reciproca e amicizia. La scuola di Epicuro veniva definita il Giardino, dove i filosofi vivevano e pensavano insieme, attraverso affettuose relazioni di amicizia. L’amicizia è un momento di gioco, di svago, di relax, ma è anche luogo di impegno. Qui si valutano e si verificano le conseguenze dei programmi e degli esercizi in termini di atteggiamenti, comportamenti e confronti. Quando gli esercizi sono negativi, anche l’amicizia si deteriora e il giardino si riempie di erbacce e rifiuti.
Un giardino fiorito è quello dove il gioco fa divertire tutti, dove l’amicizia protegge e include, dove al “cazzeggio” si alternano confronti seri e rispettosi, dove tutti possono entrare, persino gli adulti, se dotati di rispetto. Essere fuori, non avere un giardino per un adolescente è come essere privo di ossigeno e di acqua. E’ un’esigenza vitale in termini di felicità possibile.
Dove è installato il tuo laboratorio (quello in cui pensi da solo)?
Quali sono gli esercizi che ami fare di più (le azioni che ami ripetere)?
Dove si trovano i tuoi giardini (i luoghi di incontro)?