Il paradosso della felicità
Appunti in preparazione del Master in Coaching Umanistico
La felicità può diventare una fonte di grande frustrazione. Per ogni ragazzo e adulto, il desiderio di essere felici viene messo dalla nostra società all’ordine del giorno; sembra dover essere un obiettivo, uno status, una meta indiscutibile. La felicità diventa una trappola quando si trasforma in frustrazione, anche perché rende molto più difficile sopportare il suo opposto, l’infelicità. Non solo non la raggiungiamo, ma diventiamo deboli nei confronti della sofferenza. Partiamo allora da cosa NON E’ la felicità, perlomeno in termini umanistici.
Nella pratica di Coaching Umanistico, ho riscontrato questi errori della felicità, ovvero i paradigmi inadeguati che la trasformano in una trappola frustrante e fonte di grande malessere:
· considerare la felicità un risultato e non un processo
· considerare la felicità come insieme di emozioni positive
· confondere felicità e serenità
· attribuire agli altri la fonte della propria felicità o copiare la felicità altrui
· attribuire al contesto la fonte della propria infelicità
· considerare incompatibile felicità e sofferenza
· confondere emozioni e sentimenti, e sentimenti e relazioni
· pensare la felicità come obiettivo in sè
· sottovalutare la complessità del bene
· confondere felicità come desiderio e la felicità come realizzazione
· pensare che gli altri sono ostacoli
· mettere in contraddizione mezzi e fini
· mettere in contraddizione difesa e sviluppo
· mettere in contraddizione la felicità personale, quella relazionale e quella condivisa
· confondere le priorità valoriali di bene, vero, giusto e bello
· sottovalutare la fatica e confondere la fatica generativa con quella imposta
· pensare la felicità come facile o impossibile
· separare sentimenti e significati, non sapendo che i sentimenti come i significati sono scelti
Ne parleremo al Master in Coaching Umanistico.
Psicologo e Coach Umanista