La forza spirituale: l’allenamento di Coaching Umanistico della spiritualità umana
Per aspera ad astra, attraverso le difficoltà si arriva alle stelle, dicevano i latini. Le difficoltà allenano, le stelle indicano la direzione e sono gli attrattori della nostra tensione verticale. Allenarsi per diventare forti è un obiettivo ascetico. Pensiamo ci faccia stare bene, ci difenda dalle minacce, ci fornisca ciò che è necessario per i nostri desideri. A volte la chiamano forza mentale, ma è impreciso. La forza mentale è la salute delle nostre facoltà, come l’attenzione, la memoria, l’intelligenza, che sono i muscoli della mente. Ma esiste un’altra forza ben più imponente: la forza spirituale, fatta di idee e sentimenti.
La forza delle facoltà sta nel loro uso. Il migliore modo per allenarle è metterle al lavoro per produrre idee e sentimenti che siano significativi e potenti. Questa potenza retroagisce sulle facoltà e sul corpo e a sua volta le potenzia. Le idee indicano il bene e il male, il giusto e l’ingiusto e generano responsabilità, determinazione. Dalle idee nascono progetti, obiettivi, ma anche ostacoli e difficoltà. La forza spirituale nasce dall’allenamento delle facoltà atte a generare significati potenti e a tradurli in progetti e obiettivi. L’allenamento spirituale è quell’allenamento che rafforza idee e sentimenti, oltreché il corpo e le facoltà mentali. La forza spirituale è la forza mentale e sentimentale applicata a un pensiero e a un sentimento. Come la forza di un muscolo è quella di sollevare un peso, resistere nel tempo, spostarsi in velocità e agire in destrezza, la forza spirituale è saper rendere felici gli altri e farlo, senza che nessuno si faccia male.
La forza spirituale nasce dalla libertà di scelta e richiede il meglio di noi stessi. Quando siamo deboli e incerti spiritualmente, invitiamo gli altri a decidere per noi, perché non sappiamo rendere felici nemmeno noi stessi. La scelta è la manifestazione centrale della nostra libertà, ma anche della nostra vulnerabilità. Chi sa scegliere e si sente libero di farlo è più forte perché è capace di affrontare le difficoltà della vita. Credendo nella libertà come possibilità, incrementa la sua capacità di elaborare, superare e imparare dalle esperienze negative. L’idea sentimentale della libertà di scegliere chi vogliamo essere influenza profondamente chi siamo. L’idea prodotta da noi torna su di noi e ci modifica. Le idee hanno questa potenza. Sono i nostri prodotti e produttori. L’idea di un pericolo ritorna su di noi scatenando una tempesta ormonale che chiamiamo paura. L’idea di libertà ritorna su di noi alimentando un sentimento di amore per la vita che ci fa sentire forti. Credere in se stessi vuol dire saper lottare senza arrendersi davanti alle difficoltà. Significa essere convinti che gli altri possono essere più felici e stare meglio grazie a noi, alle nostre idee, e alle azioni che ne derivano.
La forza spirituale è anche una base energetica, una carica propulsiva. Lo capiamo meglio quando vediamo la debolezza. Abulia, inerzia, apatia, conformismo, paura, spaesamenti e disorientamenti sono indizi di una fragilità che non è frutto degli eventi ma delle scelte che non rendono felici né gli altri né noi stessi. Chi è preda della debolezza cerca di passare inosservato e di non avere guai oppure se la prende con gli altri e si lamenta attribuendo potere a tutto ciò che è altro da se stesso. Vittimisti, lamentosi e risentiti sono i comportamenti affetti da debolezza spirituale, ovvero dalla carenza di senso con cui si abitano le proprie vite. Che senso di inutilità per sé e per gli altri!
La forza spirituale si allena anche con l’inibizione, ovvero con scelte di non essere e non fare. Anche ciò che non facciamo, come le abitudini che evitiamo, le persone che non frequentiamo, i luoghi dove non andiamo, è importante per la forza spirituale. Imparare a fermarsi ci può essere utile. Sottrarsi dalle correnti, conquistare la riva, fuoriuscire dalle routine, aiuta la nostra forza spirituale.
Chi sviluppa una grande forza di volontà senza un’adeguata forza spirituale è come se avesse una Ferrari ferma in garage. Bella, veloce, potente: ma a che serve? Dove andarci? A differenza della forza spirituale, la forza di volontà, come capacità di perseverare, di padroneggiare se stessi, di raggiungere un obiettivo, può essere usata anche per scopi egoistici e anche in modo distruttivo. Quanti si accaniscono nello svalutare gli altri, nell’umiliarli, nel gettare discredito e lo fanno con una perseverazione incredibile! Come se l’unica strada che conoscono per elevarsi sia denigrare gli altri. Sprofondano ogni giorno nel risentimento e nell’inquietudine, talmente dannosi da indebolire persino il loro sistema immunitario. La forza di volontà ha senso positivo solo se posta al servizio della forza spirituale, quella che dà direzione e scopo alla felicità altrui e propria (esattamente in questo ordine).
La vita è una creazione propria, è il risultato delle proprie scelte sentimentali e di indirizzo. Siamo autori e interpreti della nostra esistenza, anche se spesso non è facile creare una direzione che sia pregna di significato. La forza spirituale si allena proprio nell’esplorazione di questo significato, nel cercarlo e ricercarlo, per l’intera vita. La forza spirituale sceglie le stelle, gli attrattori, le mete dove indirizzarsi. Queste mete non si posseggono e richiedono una ricerca che dura per generazioni, a volte molto oltre. Cosa vogliamo coltivare? Cosa vogliamo mollare? Come possiamo essere buoni, belli, bravi, utili per gli altri scovando il meglio di noi stessi? La nostra vita e la nostra personalità sono plasmabili dalle nostre idee e generare le idee migliori è nostra responsabilità. Ma la ricerca richiede l’energia di una maratona, è uno sport di endurance e non uno sprint. La debolezza prevale quando il desiderio si trasforma in pretesa. Allora nessun tempo lungo è tollerato, nessuna frustrazione sopportata. I risultati che non arrivano generano sdegno, rabbia, indignazione verso se stessi e la vita. Non si capisce quanto sia complessa l’impresa di autorealizzarsi e rendere migliore la vita altrui. La forza spirituale è una fede in un’impresa epica, la ricerca del bene per sé e con gli altri. Intenderla in altro modo è pericoloso, espone a gravi delusioni e alla manipolazione di truffatori professionisti. Ognuno di noi è un microcosmo in cui è presente l’umanità con tutta la sua storia. Anche se spesso lo dimentichiamo, evitiamo di comprendere il nostro passato, le radici della nostra vicenda umana e le possibilità future. Diventiamo degli analfabeti interiori, persone che hanno perso il contatto con la propria interiorità. La conseguenza dell’analfabetismo interiore è l’impossibilità di scegliere in modo libero e autonomo. L’autonomia infatti è la capacità di fare scelte che siano in linea con la potenza dell’autorealizzazione e della trascendenza. Per definizione l’autonomia non può essere data da nessuno e, come la libertà, può essere tolta semmai. L’autonomia è inventata da chi la conquista con la sua fatica, correndo rischi, facendo errori. La forza spirituale non solo permette di sbagliare, lo richiede, perché dagli errori si impara.
In questa dimensione autonoma e libera non siamo soli. L’autonomia è fragile quando si ha paura di essere influenzati. Eppure noi siamo influenzati sempre! Dal tempo, dalle notizie, dal gesto gentile come dal comportamento arrogante, dal romanzo appena letto come dal film appena visto, dalle persone che stimiamo e dalle persone che amiamo. Conquistare la propria autonomia senza delegare le scelte fondamentali di vita, di pensiero e di azione agli altri, non significa chiudersi in un igloo. Al contrario significa scegliere da chi essere influenzati, riflettere sulle vite che possono essere esempi e ispirazione, entrare in relazione con la vita altrui, nutrirla ed esserne nutriti, eleggere i propri maestri e persino i propri allievi. Influenziamo e siamo influenzati in un gioco di relazioni dinamiche e mutevoli. Saperle coltivare, far fiorire e difenderle quando vale la pena, è parte integrante della libertà, dell’autonomia e della responsabilità personale.
La forza spirituale si nutre di attrattori, quelli che abbiamo chiamato astra. Gli attrattori sono gli oggetti di desiderio, di ammirazione e di amore, sono idee, progetti, modelli, valori, persone, comunità, popoli che simbolicamente sono posti verso l’alto e ci indicano la direzione della nostra tensione verticale, quella che ci permette di trascrescere e trascendere. Questa tensione verticale è composta di allenamenti; esercizi efficaci che si alternano a riposi adeguati. Esercizi che inventiamo noi anticipando nella nostra immaginazione il risultato futuro. Ci superiamo attraverso anni di duro lavoro su noi stessi, che Ericsson chiama pratica deliberata, una ripetizione intelligente e non meccanica, che ci fa rendere subito conto se progrediamo in altezza o retroscendiamo perché l’esercizio è sbagliato. Ma solo l’attrattore (un popolo, una comunità, una persona amata, una figlia, un’idea), ovvero ciò che ci appassiona e ci motiva, permette la persistenza necessaria a non mollare. Anche quando in questo cammino cadiamo, ci sentiamo sconfitti, confusi, scoraggiati, siamo messi alla prova. Il dolore è parte della scoperta come la fatica è parte dell’allenamento. Solo attraverso il dolore e la fatica capiamo la natura di una relazione o l’impresa in cui ci si impegna. Un margine di incertezza è sempre presente, per questo gli scettici a priori, i prudenti a prescindere, i diffidenti che voltano le spalle, i lamentosi che dimenticano i desideri, i disincantati che della vita “hanno capito tutto”, non solo non avanzano, ma ogni giorno, mettendo in disuso le loro potenzialità, decrescono. Chi sviluppa forza spirituale nel cercare di soddisfare il suo attrattore, nel seguire la sua stella, non cede al credere in se stesso come fosse un narcisista della prima ora. Ma non ha nemmeno una sfiducia in se stesso a priori. Crede nella possibilità di scoprire idee alte, giuste e benefiche e crede nella possibilità di verificarle. Non si lascia intimidire dalla complessità, ma la assume, sapendo che la ricerca e la libertà della ricerca sono un privilegio incredibile e magnifico. L’autostima è una possibilità di ricerca, il disprezzo di sè la certezza del fallimento.
In questa possibilità di ricerca rientrano le proprie potenzialità personali, quelle alchimie di caratteristiche, competenze, valori, che più o meno coscientemente abbiamo scelto per contraddistinguerci nella vita e che sono diventati i nostri vincoli. Se li esprimiamo, proviamo appagamenti; se li reprimiamo, stiamo male. Sono i muscoli della forza spirituale, che, per non essere soggetti a contrattura, vanno allenati con i giusti esercizi. Agire in armonia con le proprie potenzialità e con i propri valori è vivere secondo i propri principi. Se li tradiamo, ci sentiamo separati dalla parte migliore di noi stessi, la nostra coscienza comincia a torturarci. Essere forti spiritualmente implica essere tutt’uno con ciò che crediamo di maggiore valore, significa conquistare l’autorevolezza che deriva dall’armonia, non sempre è facile. Rispettare se stessi, i propri valori, è camminare su strade ardue e faticose. Ma seguire i propri principi valoriali significa ascoltare la nostra voce interiore, più integra, quella che ci onora come persone di valore.
Al contrario chi rende felice gli altri senza reprimere se stesso, vive di maggiore salute, rafforzando il sistema immunitario come dicono le scienze cognitive (ma chi ha forza spirituale potrebbe insegnare qualcosa che gli scienziati cognitivi non sanno). Rendere felici gli altri esprimendo il meglio di sé non è certo la creazione di un mondo protetto e illusorio. La felicità trascendente e personale si ricerca dentro teatri di vita dove si trovano insidie, pericoli, fatiche e tante tristezze. Quanto sbagliamo!!! La vita ha in sé una struttura di difficoltà esacerbata dai problemi culturali e richiede immense quantità di coraggio per affrontarla spiritualmente.
Il passaggio dalla debolezza alla forza richiede una profonda immersione nell’umiltà. In questo percorso siamo ancora fragili, vulnerabili, insicuri, dubbiosi. La creazione del bene è impresa storica, la sua affermazione ha una portata epica, la sua costruzione richiede energie corali, cooperative, condivise. Per quanto la storia di questa impresa sia ricca, siamo ancora ben lontani dal realizzarla. Per questo siamo così vulnerabili e insicuri sul suo esito. La nostra forza sta più nella ricerca, nella fede sulla riuscita in una straordinaria giostra di tentativi e errori che non termina mai e i cui esiti sono sempre sorprendenti.
La scoperta e la coltivazione della forza spirituale e della volontà è un tema centrale nella nostra vita e non è possibile coltivarla senza allenare l’autodisciplina, la capacità di concentrarsi e perseverare, la capacità di rischiare e di mettersi in discussione, l’apertura e la possibilità di cambiare idea se sbagliata (solo le pietre sono coerenti) e soprattutto la nostra capacità di anticipare, immaginare, prevedere e progettare la meta a cui aspiriamo. Partiamo dalla scelta dei nostri principali attrattori, quelli che ci indicano la direzione verticale da intraprendere e che ci chiamano a essere migliori. Gli attrattori altro non sono che i nostri amori, quelli che ci danno la garanzia che questa ricerca vale la pena di essere tentata.
Coach e fondatore della Scuola di Coaching Umanistico
luca.stanchieri@scuoladicoaching.it