Social Coaching: il coaching per le relazioni affettive
Sembra una moda parlare di relazioni tossiche. Il termine “tossico” è orribile e ingiusto. In realtà non c’è cosa più preziosa delle relazioni umane. Abbiamo bisogno di amore, di legami e di un senso di appartenenza. Ne siamo dipendenti perché questa è la nostra natura umana. La sua essenza è relazionale. La sfida è come soddisfare queste esigenze.
Anche quando recano sofferenza o disagio, si può sempre cambiare, imparare, scegliere. Solo la solitudine, a meno che non sia scelta e momentanea, è veramente tossica. Le relazioni desiderano attenzione e coltivazione. Come i muscoli, le relazioni trascurate si atrofizzano. La nostra vita sociale è un sistema vivente. E ha bisogno di allenamento e nutrimento. Le nostre relazioni hanno un impatto sulla nostra salute. Basta notare il rinvigorimento che si prova quando ci sentiamo capiti e riconosciuti o notare la tensione e l’angoscia dopo un litigio, o la mancanza di sonno durante un periodo di conflitto sentimentale.
Valutare la nostra cura relazionale richiede un’auto-riflessione attenta. Spesso dobbiamo fare un bilancio delle nostre relazioni ed essere onesti con noi stessi su dove stanno andando. Può essere difficile trovare il tempo per questo tipo di riflessione e a volte è scomodo. Ma può dare enormi benefici perché è la base delle scelte di azione.
Non è necessario stare sempre con tutti i nostri buoni amici. Anzi, alcune persone che ci danno energia e migliorano la nostra vita potrebbero farlo proprio perché non le vediamo spesso e, come in tutte le cose della vita, c’è un equilibrio da trovare. Ma la maggior parte di noi ha amici e parenti che ci danno energia e che non vediamo abbastanza. Spesso sono risorse non valorizzate che sono già nella nostra vita, in attesa. Sono le nostre potenzialità relazionali. Alcuni aggiustamenti alle nostre relazioni più preziose possono avere effetti reali su come ci sentiamo e su come percepiamo la nostra vita. Potremmo essere seduti su una miniera d’oro di vitalità a cui non stiamo prestando attenzione, perché questa fonte di vitalità è eclissata da una marea di cose secondarie.
La verità è molto potente e semplice: la frequenza e la qualità dei nostri contatti con gli altri sono i più importanti predittori della nostra felicità.
Da dove cominciamo? Come possiamo avvicinarci alla realtà del nostro universo sociale?
È bene iniziare in modo semplice. Innanzitutto, chiediamoci: chi c’è nella mia vita? È una domanda che la maggior parte di noi, incredibilmente, non si preoccupa mai di porsi. Anche fare un elenco di base delle dieci persone che popolano il centro del vostro universo sociale può essere illuminante. Provate, potreste rimanere sorpresi nel vedere chi vi viene in mente e chi no.
Chi sono i miei amici e parenti più stretti?
Probabilmente vi verranno subito in mente alcune relazioni essenziali – la vostra famiglia, il partner, gli amici intimi – ma non pensate solo ai vostri legami più “importanti” o di successo. Elencate quelli che vi influenzano di giorno in giorno e di anno in anno, in positivo o in negativo. Il vostro capo o un particolare collega, per esempio. Anche le relazioni che sembrano insignificanti possono entrare nell’elenco. I conoscenti e le relazioni occasionali costruite intorno ad attività come gli hobby, la palestra o il vostro bar preferito potrebbero essere più importanti per voi di quanto pensiate. L’elenco potrebbe includere anche persone che vi piacciono molto ma che non vedete quasi mai: ad esempio, un vecchio amico a cui pensate spesso ma con cui non avete più contatti.
Ora provate a immaginare anche le relazioni che hanno un impatto negativo nella vostra vita. Persone che sono comunque importanti (magari perché dovete vederle tutti i giorni). Vi chiedo una riflessione in particolare. Non è importante stabilire se quella persona sia negativa o meno. Il vostro focus deve essere sulla relazione più che sulla persona. Può infatti capire una relazione sofferta con una persona cara.
Una volta ottenuto un buon insieme di relazioni, è il momento di chiedersi: qual è il carattere di queste relazioni?
Si può semplicemente pensare alla qualità e alla frequenza dei contatti che si hanno con ogni persona e utilizzare due ampie dimensioni per catturare il proprio universo sociale: 1) come una relazione ci fa sentire e 2) quanto spesso ciò accade.
In generale, una relazione benefica vi ravviva e vi rinvigorisce, e vi dà un senso di connessione e di appartenenza che permane anche dopo che vi siete separati. Una relazione che crea disagio induce tensione, frustrazione o ansia e fa sentire preoccupati o addirittura demoralizzati. In un certo senso, vi fa sentire meno o più disconnessi di quanto vi sentireste se foste da soli.
Mentre sistemate le vostre relazioni al loro posto, pensate a ciascuna di esse.
Perché questa persona si trova in questo posto particolare? Che cosa vi ha spinto a metterla lì? Questa relazione è al punto in cui volete che sia? Se una relazione è particolarmente difficile e vi dà una sensazione di esaurimento, vi viene in mente qualche motivo? Fare un check-up di ogni relazione in questo modo può aiutarci ad apprezzare le persone che arricchiscono la nostra vita e può aiutarci a capire quali relazioni vogliamo migliorare. Le vostre risposte a queste domande rifletteranno (o dovrebbero) le vostre preferenze sulla quantità e sul tipo di relazioni sociali che vi si addicono. Potreste rendervi conto che vorreste vedere questa persona più spesso, ma che è nel posto giusto. Forse quest’altra relazione è esaurita ma importante e ha bisogno di un’attenzione speciale. Se avete un’idea della direzione in cui vorreste che una relazione si muovesse, disegnate una freccia dal punto in cui si trova al punto in cui vorreste che si trovasse.
Vogliamo chiarire che identificare una relazione come disagiante non significa che dobbiate tagliarla fuori dalla vostra vita (anche se, dopo una certa riflessione, potreste decidere di vedere certe persone meno spesso). Al contrario, può essere un segno che c’è qualcosa di importante che richiede la vostra attenzione. Ogni relazione è importante e nessuna è un “ramo secco da tagliare”; nessuna relazione è tossica! Tossica è solo la solitudine.
Ogni relazione contiene un’opportunità. Basta saperle individuare. Questo è solo il punto di partenza.
Buon allenamento!
Vi aspettiamo come partecipanti o come uditori al Master in Coaching Umanistico in partenza il 18 marzo.
Coach, Presidente della Scuola e Fondatore del Coaching Umanistico